Amor, che lungiamente m’ài menato
a freno stretto senza riposanza,
alarga le toi retine, in pietanza,
chè soperchianza - m’a vinto e stancato;
c’ò più durato - ch’eo non ò possanza,
per voi, madonna, a cui porto lianza
più che non fa assessino asorcuitato,
che si lassa morir per sua credanza.
Ben este affanno dilittoso amare,
e dolze pena ben si pò chiamare;
ma voi, madonna, de la mia travaglia,
ca sì mi squaglia, - prenda voi merzide,
che ben è dolze mal, se no m’auzide.
Oi dolze ciera co sguardo soavi,
più bella d’altra che sia in vostra terra,
trajete lo meo core ormai di guerra,
che per voi erra - e gran trataglia nd’ avi:
ca si gran travi - poco ferro serra,
e poca pioggia grande vento aterra,
però, madonna, non vi ’ncresca gravi,
s’Amor vi sforza, c’ogni cosa inserra;
chè certa no gli è troppo disinore
quand’omo è vinto da un suo megliore,
e tanto più da Amor che vince tutto.
Però non dutto - c’Amor non vi dismova
saggio guerreri vince guerra e prova.
Non dico c’a la vostra gran belleza
orgoglio non convegna e stiavi beni,
c’a bella donna orgoglio ben conveni,
che si manteni - in pregio ed in grandeza.
Troppa altereza - è quella che sconveni;
di grande orgoglio mai ben non aveni.
Però, madonna, la vostra dureza
convertasi in pietanza e si rinfreni;
non si distenda tanto ch’io ne pera.
Lo sole è alto, si face lumera,
e via più quanto ’n altura pare:
vostro orgogliare, - per zo, e vostra alteze
fac[i]ami pro’ e tornimi in dolceze.
E’ allumo dentro e sforzo in far semblanza
di non mostrar zo che lo meo cor senti.
Oi quant’è dura pena al cor dolenti
stare tacenti - e non far dimostranza!
Chè la pesanza - a la ciera consenti,
e fanno vista di lor portamenti,
cosi son volentieri ’n acordanza,
la cera co lo core insembramenti.
Forza di senno è quella che soverchia
ardir di core, asconde ed incoverchia.
Ben è gran senno, chi lo pote fare,
saver celare - ed essere segnore
de lo suo core quand’este ’n errore.
Amor fa disviare li più saggi,
e chi più ama a pena à in sè misura;
più folle è quello che più si ’nnamura.
Amor non cura - di far suoi dannaggi,
ca li coraggi - mette in tal calura,
che non pò rifreddare per freddura.
Gli occhi a lo core sono li messaggi
de’ lor cominciamenti per natura.
Dunque, madonna, gli occhi e lo meo core
avete in vostra man dentro e di fore,
ch’Amor mi sbatte e smena che no abento,
sì come vento - smena nave in onda.
Voi siete meo pennel che non affonda.
GUIDO DELLE COLONNE
Nessun commento:
Posta un commento